Il ministro Maurizio Sacconi ha inviato una lettera all'Aifa in cui indica come si dovrebbe, a suo modo, procedere per autorizzazione e commercializzazione della pillola abortiva Ru486.
Una lettera di un ministro può far riavviare un iter già conclusosi senza nessun aggancio di legge e senza alcuna motivazione scientifica, tecnica e normativa?
In uno Stato di diritto no! In Italia?
La lettera del ministro può essere definita in un unico modo: indebite pressioni politiche, le cui conseguenze possono essere solo due:
- o l'Aifa esegue il diktat politico e compie atto illegittimo
- o rispetta la legge e pubblica in Gazzetta Ufficiale la delibera per la commercializzazione della Ru486.
Donatella Poretti