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Alberto Figliolia. Dalla Terra alla Luna 
Colle marionette Colla & Figli al Piccolo Teatro di Milano, fino a domenica 5 gennaio
29 Dicembre 2019
 

L’avventura. La musica. La Luna da raggiungere. Scenari preziosi e raffinati e quinte fiabesche, con un’inventiva infinita. Le marionette di Carlo Colla & Figli, infine e soprattutto. Un mélange magico, senza tempo e senza età. Dalla Terra alla Luna (alla Jules Verne) è lo spettacolo della celeberrima Compagnia Marionettistica ospitato sino al 5 gennaio dal Piccolo Teatro Grassi in via Rovello, pieno centro storico del capoluogo meneghino. Una féerie in due tempi e undici quadri, liberamente ispirata all’operetta Le voyage dans la lune di Jacques Offenbach, che è un vero trionfo della fantasia.

Un lavoro, questo con le marionette, già rappresentato alla fine dell’Ottocento dalla Compagnia Lupi al Teatro D’Angennes di Torino e dalla Compagnia Colla al Teatro Gerolamo di Milano. E subito baciato dal successo. Colmo di riferimenti, seppur con levità, alla situazione politica del tempo, mantiene quella patina leggera, di ironia, ma è chiaro che il nocciolo è costituito dalla suprema e superba corsa della fantasia scatenata nelle menti degli spettatori, grandi o piccini che siano, e dall’incredibile virtuosismo dei marionettisti. La trama è semplice; Capriccio, il figlio del re, è immalinconito dal desiderio, impossibile, di avere la Luna. Presto fatto! Si costruirà un proiettile-razzo sparato da un gran cannone e, con il Ministro Microscopio (la presa in giro del Positivismo?) e con il buffone di corte, si ritroverà sulla Luna, fra esseri strani, strampalati, alieni e pur così simili a noi, in una sorta di simpatico, reciproco, specchio deformante, il tutto a suon di musiche e scenari che mutano incessantemente.

La corsa agli armamenti degli Stati europei, gli intrighi e le manovre delle grandi dinastie imperanti, le imprese e le conquiste coloniali, gli eventi politici e sociali costituirono argomenti accattivanti per un impianto drammaturgico di facile coloritura operettistica. I personaggi protagonisti irridevano ai grandi ministri tramontati o affacciati sulla scena europea, agli ambiziosi sovrani smaniosi di grandezza. E poi c’era il mondo della Luna, con i suoi paesaggi, le terrazze aeree, le sale dorate, un’occasione squisitamente teatrale per invenzioni fantastiche e per dialoghi densi di ironia, talora anche amara, sugli usi e sui costumi del mondo terrestre in stridente antitesi con il magnifico mondo lunare”. L’uomo poi sulla Luna ci sarebbe andato veramente e il mondo ha avuto da allora una svolta tecnologica incontenibile – oltre alla tragedia delle due Grandi Guerre – ciò che farebbe sembrare ingenua (ah i magnifici germi e gli entusiasmi della Belle Époque...) la messa in scena di Dalla Terra alla Luna. Ma così non è: il “gioco” e l’arte dei Colla accendono menti e sensi in un godimento estetico che è pura meraviglia. Semplice e grandioso.

Con questa edizione, ripresa da Eugenio Monti Colla nel 1993 e presentata al Festival dei Due Mondi di Spoleto, si è voluto accentuare non soltanto il gusto teatrale legato al fenomeno della féerie musicale, anticipatrice di quello che sarebbe stato il genere operettistico prima, e della commedia musicale poi, ma, soprattutto, il carattere parodistico caro allo spettacolo di marionette, che diede vita a un ricchissimo filone teatrale in cui venivano trattati argomenti politici e sociali e, più generalmente, tutta l’attualità dalla fine del XIX secolo agli anni della censura fascista”.

Peraltro ci si diverte alla grande con i vari tipi psicologici: il reboante re di Vlanandia, autoritario e narcisista; la regina che singhiozza in continuazione; i militari acquiescenti (e, s’indovina, rissosi dietro quelle scintillanti iridate uniformi di gala e da parata), il ministro vano, vacuo e intrigante; il buffone che risponde alla perfezione al cliché di sarcastica saggezza e accettazione del mondo; gli astronomi appiattiti in un vuoto intellettuale; cortei di umani, valletti, operai, la società popolare che sfila; e lunatici, smontabili, volanti, piccoli, minuscoli o allampanati, dai volti bizzarri o di bellissime fattezze, in ambienti esotici, stralunati, grotteschi (nel senso metaforico e letterale del termine).

Una festa, così come la realizzazione cinematografica (1902) di Georges Méliès. Un mondo di gioia e ottimismo, in cui ancora tutto è possibile.

La straordinaria esibizione della Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli non terminerà però il 5 gennaio, con l’ultima replica di Dalla Terra alla Luna. Difatti dall’11 gennaio sino al 2 febbraio si proseguirà con L’Isola del tesoro, uno spettacolo con cento personaggi e diciotto cambi di scena. Sarà ancora tempo di stupore.

 

Alberto Figliolia

 

 

Dalla Terra alla Luna, Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli. Piccolo Teatro Grassi, via Rovello 2, Milano (M1-Linea rossa, Cairoli o Cordusio/tram 1, 3, 4, 7, 12, 14, 16, 18, 19, 27-bus 57, 58). Fino al 5 gennaio 2020.

Musica di Corrado Gualtieri. Direzione e revisione musicale a cura di Danilo Lorenzini. Scene di Ugo Bellio, Achille Lualdi, Antonio Rovescalli e Cesarino Monti, ripristinate e integrate da Franco Citterio. Costumi di Carlo II Colla e Eugenio Monti Colla (alcuni costumi sono realizzati nell’ambito di un progetto didattico che ha coinvolto studenti e insegnanti dell’Istituto Professionale Kandinsky di Milano). Direzione tecnica di Tiziano Marcolegio. Luci di Franco Citterio. Regia di Eugenio Monti Colla ripresa da Franco Citterio e Giovanni Schiavolin. I marionettisti: Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Carlo Decio, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette e Lorenzo Schiavolin; apprendiste marionettiste: Veronica Lattuada, Michela Mantegazza. Voci recitanti (edizione registrata nel 1993): Marco Balbi, Roberto Carusi, Fabio Mazzari, Lisa Mazzotti, Gianni Quillico, Franco Sangermano. I musicisti (edizione musicale registrata nel 1993): Danilo Lorenzini, Luca Santaniello, Igor Manuele Congedo, Antonio Papetti. Cantanti: Sonia Turchetta, mezzosoprano; Filippo Pina, tenore; Marco Elisetti, baritono.

Orari: da sabato 28 dicembre a domenica 5 gennaio ore 16, mercoledì 1° gennaio riposo.

Prenotazioni: tel. +39 02 42411889

Tel. promozione pubblico e proposte culturali: 02 72.333.216 (per acquisti e prenotazioni al telefono, pagamento con carte di credito, applicazione di una prevendita pari al 5% del prezzo del biglietto).

Biglietti: platea intero euro 25/ridotto fino a 25 anni euro 17/ridotto anziani euro 12,50/ridotto ragazzi fino a 12 anni euro 10//balconata intero euro 22/ridotto fino a 25 anni euro 15/ridotto anziani e ragazzi fino a 12 anni euro 10.


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